Green Book, a spasso con Don
3/5

Titolo: GREEN BOOK

Regia: PETER FARRELLY

Con: VIGGO MORTENSEN e MAHERSHALA ALI

Genere: COMMEDIA

Durata: 130 minuti

Candidato a 5 Oscar

A SPASSO CON DON

 

COSA ACCADE

America, anni Sessanta. Tony Vallelonga è il buttafuori di un club newyorkese. Lo chiamano Lip, perché è uno che si arrabatta con le parole. Alla bisogna, pure con le mani. Il locale chiude per un po’ e all’italoamericano serve subito un lavoro. Glielo offrirà un virtuoso pianista jazz, Don Shirley, nero, sofisticato, fobico. Tony, razzista quel minimo che basta per esserlo, sarà il suo autista in un lungo tour per il Sud, terra notoriamente ostile ai “negri”, costretti a seguire le regole di una guida, il Green Book, per potersi muovere senza finire nei guai.

L’IMPATTO

Semmai Farrelly avesse voluto farne un dramma, ci sarebbe riuscito senz’altro. Ben conscio – però – di infarcire la già calorica lista di prodotti di genere. Il firmatario di regia e sceneggiatura si è fortunatamente ravveduto in tempo, optando per la distensione e trattando l’odio con una pacca sulla spalla fra una sgranocchiata di pollo fritto e frenetiche aspirate di senza filtro. Il titolo immediato è A spasso con Don, una piacevole farsa che rievoca le delicate pulsioni francesi di Quasi amici e la spigolosa pedanteria della Daisy di Jessica Tandy.

IL VERDETTO

Abituati come siamo a partecipare ai banchetti macabri, Green Book ci ha spiazzato. Merita una lode per aver scansato l’omologazione, nonostante sia troppo buonista per essere del tutto credibile. Viggo e Mahershala se la giocano benissimo agli opposti, facendo crescere l’empatia chilometro dopo chilometro. Il rude e il damerino fanno coppia da avanspettacolo e non ti penti affatto di averli scelti per condividere, con loro, due ore e dieci minuti di una giornata qualunque.

VOTO 7

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