Gomorra’s baby
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Titolo: LA PARANZA DEI BAMBINI

Regia: CLAUDIO GIOVANNESI

Con: FRANCESCO DI NAPOLI, VIVIANA APREA

Genere: DRAMMATICO

Durata: 111 minuti

In concorso a Berlino

GOMORRA'S BABY

COSA ACCADE

Napoli, oggi. Amici affiatati quindicenni contano i soldi sporchi della malavita, così hanno scelto di vivere. Le baldorie sui motorini di Nicola, Tyson, Biscottino, Lollipop, O’Russ, Briatò preludono a future corse con le pistole nella cintura, perché il tavolo del night costa 500 euro e alle ragazze piacciono le griffe e lo champagne. Alternative? Forse farsi ammazzare. A cuor sereno, senza pensarci troppo. Nella più cupa innocenza della loro età.

L’IMPATTO

Il solito quando si spara e non si capisce una minchia di che dicono gli sparatori. I film sottotitolati della Gomorra televisiva, la Napoli violenta, quella incorreggibile dei rioni, il marchio sudista più sanguinolento. Appunto, questo prevale. Un morto con sei pallottole in corpo eccita molto di più di un napoletano onesto. Imperversa la lotta fra chi sostiene il teatro popolare camorrista al fine di diffondere lo schifo, sperando nella rabbia collettiva, e altri che preferirebbero il buon silenzio. Un zitto e muto, a volte, fa dimenticare in fretta. Ma si sa, il savianesimo è ormai una disciplina.

IL VERDETTO

Le mafie sono un buon affare anche se virtuali. Il nuovo sguardo “basso” ad altezza guaglione non cambia la prospettiva, la rende solamente più tenera. Come se La paranza dei bambini fosse un ideale prequel di Gomorra. Ovvero il prima. Guardate poi come sono diventati: spietati e bastardi. I ragazzini raccolti da estenuanti provini sono in gamba, d’altronde loro nascono col piglio d’arte. Non siamo però riusciti a trovare una fessura per entrare in quel concentrato d’infanzia ribelle e ciò non è un bene. Forse esausti dalle troppe immersioni nei laghi di sangue? Può darsi, ma qui il rosso è bandito, sebbene non si facciano sconti: nessuna pietas. Lo stesso poco per convincermi.

VOTO 5

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