La signora in giallo

LA SIGNORA IN GIALLO

– Piacere, GianLudovico.
Il suo tendere la mano è sospetto, sa mio caro Gian come cavolo si chiama. – Rammento a tal proposito il caso Federick Landsale: incastrai l’assassinio per il modo buffo con cui sorseggiava il tè.
– E cioè?
Faceva le bolle con la cannuccia.
– Scusi, e la mia mano che ci quaglia con Federick?
Non divaghi, lei è furbo. Nessuno l’ha mai fatta franca con me. Mi rivedo sempre in Tv e, a volte, mi stupisco.
– Di cosa?
Pensi che non ho mai risolto in vita mia un “Quesito con la Susi” sulla Settimana Enigmistica, figuriamoci un omicidio. Tiro a caso, la imbrocco sempre.
– Lei è un fenomeno.
A proposito, mi sovviene il caso Donald Pickford. Il tizio fu beccato dal sergente Westwood con il coltello sporco di sangue chino sul cadavere della moglie, mentre stava per affondare il quarantesimo colpo. La polizia ipotizzò un suicidio. Fui io a sospettare di Donald, che mesi prima prese a schiaffi la consorte Dorothy per un arrosto, a suo dire, piuttosto sciapo.
– Ha mai pensato di mettere su famiglia?
Sì, tanti anni fa. Avevo un corteggiatore, tale Camillo Benso Conte di Cavour, ma ero molto più giovane di lui e i miei non approvarono.
– Mi tolga una curiosità. La vediamo sempre d’estate. Che fa d’inverno?
Aiuto i miei nell’attività di famiglia, un negozio di ferramenta.
– I suoi genitori sono ancora vivi?
Che domande mi fa, giovanotto? Mia madre va in palestra tutti i giorni.
– Incredibile.
Mi fa venire in mente il caso Paul Mimeski, un cialtrone che ovviamente assicurai alla giustizia con la solita botta di culo. Uccise il socio in affari facendo scivolare nel bicchiere di champagne una polverina letale, non accorgendosi di compiere il gesto sotto le telecamere che aveva fatto installare lui stesso due giorni prima. Casualmente uscii a cena col sorvegliante di villa Mimeski, che mi faceva buona, e così bruciai sul tempo la polizia, convinta si trattasse di suicidio.
– Che mi dice del suo collega Colombo?
Un gran carattere. Davvero un caro amico. Quante sere a chiacchierare del più e del meno, finché un giorno sparì. Poi vidi la sua foto sui giornali in mezzo ai selvaggi d’America.
– Non intendevo quel Colombo, l’altro…
Senta ragazzo, mi offra un drink, ho la gola secca. Un Moscow Mule andrebbe benissimo.
– Ecco qui, Signora in giallo. Gradisce due olive?
Volentieri. Io le butto giù col nocciolo, sa? Da quando smascherai Andrew Brodhause, un trafficanti di armi che dsfgrtysbsbvavah, non respir…ahhhhhh, faccia qualco…. Mi è rimasto il noccio….. in gol… porc.. putt…… sbadadram.
Signora in giallo, Signora in giallooooo. Accidenti che fine. “Pronto palinsesti. Sono GianLudovico Alambaldi, volevo dirvi che finalmente potete riprendere le repliche di “Charlie’s Angels”, al posto della “Signora in giallo”. Grazie”. Eh che cazzo!!

THE END

MENU